Sono ormai 10 mesi che il settore fieristico è fermo e le prospettive a breve non sono positive.
In questi mesi si sono tenute pochissime e sporadiche manifestazioni che hanno avuto, fra l’altro, dei buoni risultati pur in una situazione sanitaria generale oggettivamente difficile.
Nonostante non si siano verificati contagi i governi occidentali hanno bloccato le fiere causando danni economici al comparto che comprende organizzatori e loro agenzie, sedi espositive, allestitori e loro partner, le società di logistica e spedizione come noi, le mille altre attività che gravitano in questo mondo come il settore alberghiero e la ristorazione e, infine, gli espositori.
Il danno riguarda anche gli espositori perché senza le fiere hanno perduto occasioni di incontro con clienti, fornitori, colleghi e competitor con i quali sono venuti a mancare le occasioni di fare affari che spontaneamente fioriscono in occasione delle fiere.
Sono mancati gli incontri così come manca la possibilità di viaggiare specie in aereo e che rappresenta un altro nodo cruciale per il mondo degli affari.
Mi viene da sorridere quando leggo che dovremo cambiare abitudini come se in questi 10 mesi non avessero imposto già un cambiamento forzato se non obbligato. E adesso che cosa vogliono farci oltre ad averci costretti a una sorta di arresti domiciliari? punizioni corporali?
Abbiamo letto di come sia sicuro viaggiare in aereo, bene allora fate in modo che chi prende un aereo sia controllato o meglio certificato ed eviti la quarantena all’arrivo e al ritorno.
Create dei corridoi nazionali liberi dal contagio, sanificati e controllati, così che le aziende possano inviare i loro buyer nelle fiere. D’altronde tutti gli spazi espositivi hanno adottato misure ad hoc per evitare contagi e basta verificare gli investimenti fatti in tutte le principali piazze mondiali europee ed extra europee.
Ho visto percorsi per accedere e visitare gli stand mantenendo le distanze di sicurezza delineati e indicati con adesivi e led, ingressi con termoscanner e lettori digitali per evitare supporti cartacei, spazi divisi e indicazioni di posizione per mantenere il giusto distanziamento oltre a dispenser di amuchina in ogni dove manco fossero acquasantiere in chiesa.
Qual é il problema allora? vogliamo risposte chiare e tempestive del perché non è possibile svolgere il nostro lavoro e rimettere in moto l’economia.
Cosa impedisce dal mettere in pratica gli accorgimenti necessari per far ripartire il mondo fiere in sicurezza?
Perché veniamo trattati come irresponsabili quando abbiamo dimostrato di poter garantire una sicurezza pressoché totale?
E ancora più importante, perché non ci ascoltate e decidete senza confrontarvi con noi?
Solo in Italia ci sono associazioni che rappresentano la totalità dei soggetti coinvolti e alcuni di essi sono addirittura partecipati da capitale pubblico.
Trovo questo atteggiamento arrogante e irrispettoso per chi è attivamente impegnato nella promozione del Made In Italy e che grazie alla propria opera nascosta rende l’immagine dell’Italia così bella agli occhi del mondo.
Si dimentica spesso, infatti, che dietro a un bello stand c’è il lavoro di maestranze che lavorano duro per quel risultato e spedizionieri che fanno altrettanto affinché tutto proceda e sia consegnato nei tempi giusti. Questo significa lavorare per il bene del nostro paese e anche da questa attività arrivano le tasse che servono per i servizi pubblici.
Sono stanco di questa attesa frustrante, di questa confusione disorganizzata, dei DPCM ad cazzum che si susseguono manco fossero dei quotidiani, vogliamo chiarezza perché le banche ci trattano con protervia senza rispettare le indicazioni previste dai vostri decreti.
Ci siamo reinventati facendo ogni genere di attività che ci permettesse di galleggiare speranzosi di tornare presto al nostro amato lavoro, ma non possiamo attendere in eterno. Abbiamo urgente bisogno di risposte, di chiarezza, di un progetto chiaro che indichi la strada già dal prossimo gennaio senza continuare a essere martellati ogni santo giorno dai media con i loro assurdi bollettini di guerra.
Noi stiamo resistendo, voi governanti ed esperti sanitari ce la farete a dimostrare un minimo di capacità organizzativa, di praticità creando i presupposti per un ritorno a un minimo di normalità?